Il laghetto

L’idea del laghetto è molto semplice: 1) scavare un buco, 2) riempirlo d’acqua che resti anche d’estate, 3) vedere chi arriva.

In pratica è un esperimento open-air di colonizzazione spontanea, da parte di piante e animali, di una piccola zona umida. Ogni anno osservo i cambiamenti e, vi assicuro, è fenomenale vedere come sono rapidi!

Qui vi racconto i primi passi.

Il progetto
Ci sono almeno due aspetti fondamentali di cui tenere conto per costruire un laghetto: la posizione e le dimensioni.
Posizione: al margine di un campo del Cerro c’è un piccolo rio effimero, in cui scorre acqua quando piove o quando si scioglie la neve (potrebbe essere una buona ricarica naturale per il laghetto). In più, in fondo al campo c’è un piccolo avvallamento che rimane sempre fresco, in parte ombreggiato da alte douglasie e salici nei pressi del rio: posizione perfetta!
Dimensioni: il laghetto sarà ricaricato naturalmente dall’acqua del rio, quindi bisogna che sia abbastanza grande e profondo perchè l’acqua raccolta sia sufficiente, non cali troppo il livello d’estate, quando il rio è asciutto, e non si scaldi troppo. Decidiamo di scavare in modo che l’acqua raggiunga un metro nel lato di massima profondità (il campo è in discesa). L’area totale sarà di circa 20 metri quadrati.

Così, nell’autunno del 2012 scaviamo la buca, la spianiamo, la rivestiamo di un telo impermeabilizzante, di cui ricopriamo i margini di terra, e predisponiamo una piccola diga di legno nel rio: l’acqua raggiungerà il laghetto mediante un tubo fissato alla diga (e protetto da un filtro per evitare che si intasi con le foglie) e poi defluirà nuovamente nel rio subito a valle del laghetto, con un canalino laterale che farà da troppo-pieno.

Et voilà! 
Con le piogge dell’autunno e la neve dell’inverno, nella primavera dell’anno seguente il laghetto è già pieno d’acqua!

Comincia a popolarsi!
Nel giro di due anni (2014) il laghetto si popola alla grande: in primavera ed estate è tutto un saltellare di rane, che subito fuggono a nascondersi appena ti avvicini. In acqua sfilano tritoni in corteggiamento – i piccoli punteggiati sono i primi ad arrivare, seguiti dai grandi crestati, con la femmina che risalta in acqua per la sua linea gialla dorsale. Sul fondo zampettano le temibili larve di libellula, mentre nuotano ditiscidi e notonette, piccoli e voraci insetti predatori. In agosto le larve dei tritoni sono le protagoniste, prima di lasciare l’acqua ed andare a svernare nel sottobosco. Libellule e damigelle di un blu elettrico volteggiano nell’aria. La vegetazione intorno cresce rigogliosa coi ranuncoli che tingono di giallo gli argini, i rovi e le potentille che tendono i getti nuovi verso l’acqua.

Nell’anno successivo (2015) nascono nel laghetto due tife e alcune piantine di menta, le cui foglie subito vengono utilizzate dai tritoni per deporvi le uova. Il fondale, nel frattempo, si arricchisce di sostanza organica e sedimento.

Alcuni miglioramenti
All’inizio della primavera del 2016 apporto qualche miglioramento al laghetto: aggiungo alcune rocce di varie dimensioni sul fondo, in modo da aumentare e diversificare i siti di rifugio per gli animali e di possibile attecchimento per le piante. Sempre per favorire l’insediamento delle piante e degli animali, rivesto gli argini del telo impermeabilizzante con teli di iuta e tessuto ombreggiante, che fisso con tronchi (anche questi nel tempo possono diventare ottimi habitat per un sacco di organismi) in superficie e con rocce alla base, così che fungano da peso in acqua.

Nell’aprile del 2016 faccio anche un avvistamento speciale, che fino ad ora non si è ripetuto: un tritone alpestre passa nel laghetto! Bello, con il suo ventre arancio ed il dorso blu, aspetto ancora di rivederlo, assieme ai tritoni crestati e punteggiati che ormai ogni anno tornano a popolare le acque del laghetto.

I miglioramenti apportati sembrano molto apprezzati! I teli agli argini vengono popolati in breve da una moltitudine di lumachine d’acqua (del genere Physa), oltre a diventare nascondigli ideali per le rane. Nel fondale ora gli animali riescono meglio a mimetizzarsi e a trovare rifugi.

Intanto le tife aumentano rapidamente e in due anni già occupano una buona metà del laghetto. Temo che coi loro robusti rizomi possano forare il telo sul fondo ed anche che possano invadere completamente il laghetto. Così, alla fine dell’autunno 2018 – quando ormai rane, tritoni ed insetti hanno già compiuto il loro ciclo e hanno lasciato l’acqua in vista dell’inverno – decido, un po’ a malincuore, di rimuoverle.

Ora aspetto, curiosa, la prossima primavera..chi arriverà a popolare il laghetto?
Osservare la vita sott’acqua e, magari, scoprire anche che qualche nuovo abitante – piante o animali – è arrivato a popolare il laghetto, è davvero affascinante!

Ho incuriosito anche voi? Vi aggiornerò sulle novità!